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Beginnings

Musicisti: Davide Di Ienno, Michele Paolino

Compositori: Astor Piazzolla, Celso Machado, Chick Corea, Franco Piersanti, Raffaele Bellafronte.

20th Century Music for Saxophone and Guitar

Raffaele Bellafronte (1961)
Originariamente scritta per Chitarra e Violoncello, la “Suite No.1” è stata creata grazie all’interazione tra Histérico Duo e il Compositore. L’opera germoglia dal raffinato linguaggio del Tango, ne penetra il funzionamento e arriva alla sua trasformazione e dissoluzione. Il Tango è l’elemento ispiratore, l’inizio di un percorso che acquisisce temporaneamente i suoi schemi ritmici, melodici e armonici più comuni. Nei quattro movimenti della Suite (Preludio, Histérico, Romantico e Tango) passione, malinconia, mistero, slancio, dolore e abbandono sono vissuti con grande coinvolgimento. Ma gli stilemi del tango migrano gradualmente dalla mente del Compositore: è focalizzata sul superarli, utilizzando materiali sempre più visionari. La corporeità è la caratteristica centrale della Suite. Le sensualità della danza (e quindi del movimento) sono ostinatamente ricercate dal compositore, diventando potenti trasmettitori di emozioni. Il primo movimento (Preludio), oscuro ed enigmatico, e il rozzo, selvaggio e tumultuoso secondo movimento chiamato “Histérico” (che dà il nome a questo ensemble) sfociano in un lirico e appassionato terzo movimento (Romantico) e si conclude con un finale “ Tango”, una chiusura sensuale ma a volte dolorosa. La disintegrazione dei meccanismi precedenti, sotto l’ossessiva e imprevedibile utopia ritmica e melodica espressa dai due strumenti, porta a una sorta di stordimento fisico: il rituale magico della Danza è terminato. La tensione accumulata lascia spazio a un liberatorio abbandono della propria corporeità.

Franco Piersanti (1950), arr. Michele Paolino
Il destino del personaggio creato dal romanziere Andrea Camilleri è un fenomeno enorme e incredibile. Camilleri ha trovato la chiave per tradurre in parole le immagini della sua Sicilia, raccontando il suo punto di vista attraverso gli occhi di un ispettore scaltro e abile. Il risultato è un successo internazionale, dovuto anche ai film diretti da Alberto Sironi, e ispirati a tutti i 36 romanzi originali. Per questo grande risultato è necessaria una colonna sonora altrettanto sorprendente; l’opera di Franco Piersanti è la continuazione indiscussa della grande tradizione dei compositori di musica da film italiani. L’elaborazione realizzata per questo Duo racchiude in un’unica inquadratura la maggior parte dei brani composti per l’intera colonna sonora. La partitura rappresenta quasi una sfida per gli esecutori, se si pensa al capolavoro scritto originariamente per l’Orchestra Sinfonica: il risultato è un’efficace sintesi dei momenti più importanti, ridimensionata per la più semplice combinazione di Chitarra e Sassofono.

Celso Machado (1953)
I quattro brani estratti dalla “Musique Populaires Brésiliennes” di Celso Machado rispecchiano perfettamente la varietà della musica brasiliana. Questo chitarrista-compositore, percussionista e polistrumentista canadese di origine brasiliana di Riberi Preto, svela gli aspetti principali della sua personalità artistica per cui il musicista “serio” e il “per sempre giovane” non sono mai in contrasto. L’opera originariamente pubblicata da “Éditions Henry Lemoine” è per flauto e chitarra, strutturata in una sapiente sequenza di Bossa Nova, Choro, Samba e Samba Choro. Composto nel 1988, rappresenta l’idea del compositore, per il quale “La musica è prima di tutto spettacolo”, in cui la poesia si esprime attraverso il significato musicale anziché attraverso la scrittura tecnica. Uno stile che mescola il jazz con le influenze della tradizione tropicale, ovvero i suoni e gli strumenti che ha incontrato durante i suoi viaggi. I brani scelti dal Duo Histérico sono “Sambossa” (mix di Samba e Bossa Nova), un Choro dedicato alla “Paçoca” (un dolce tradizionale a base di arachidi, farina di manioca e zucchero), un Samba chiamato “Algodao Doce” e un tipicamente carioca “Samba-Choro” detto “Pé de Moleque”.

Astor Piazzolla (1921 – 1992)
Tra le tante composizioni di Piazzolla, “Histoire du Tango” è un appassionato omaggio alla musica tradizionale argentina. L’opera è strutturata come una sorta di cifratura delle diverse fasi dell’evoluzione dello sviluppo del Tango, senza tralasciare i segni stilistici del Compositore. Rappresenta sicuramente uno dei tanti testimoni del suo amore per le proprie radici e per la tradizione, elementi apparentemente lontani dalle sue stesse esigenze musicali.
Il percorso cronologico insieme alle diverse posizioni scelte per ogni movimento fanno di questa composizione in quattro parti un vero capolavoro. Partendo da “Bordel 1900”, una musica davvero brillante, quasi civettuola, nello stile delle originali Milongas o “Tango Spiritoso”, si raggiunge una dimensione completamente opposta, quella di “Cafè 1930”, ambientata in un’atmosfera piuttosto cupa e miserabile segnato da un senso di dolore, un malinconico ricordo di tempi migliori. All’improvviso emerge “Night Club 1960” con la sua complessa dimensione di apparente divertimento misto a una forte personalità musicale – interrotta da una finestra di vera speranza con la melodia in modalità maggiore –; è un perfetto esempio musicale del contributo di Piazzolla a questo genere.
L’itinerario raggiunge finalmente lo stato d’animo disperato, squilibrato e talvolta aggressivo di

l’ultimo movimento, il moderno “Concert d’Aujourd’hui”, una dedica nascosta ai grandi compositori del XX secolo che Piazzolla ammirava con fervore, in particolare Stravinsky e Bartók. Per trovare soluzioni per un repertorio che in realtà sembra irraggiungibile, questo lavoro, originariamente scritto per chitarra e flauto, rappresenta il modo più semplice per entrare in contatto con il grande linguaggio del Genio, mantenendo le chiavi originali e trasferendo la parte dei fiati a un sassofono soprano.

Chick Corea (1941), arr. Michele Paolino
Questo è uno dei brani più popolari scritti dal pianista e compositore jazz americano Armando “Chick” Corea. Composto nel 1971, compare nella sua versione originale nell’album “Light as a Feather”. Insieme a Corea e al suo ensemble Fender Rhodes c’erano Airto Moreira (batteria), Flora Purim (voce e percussioni), Stanley Clarke (basso) e Joe Farrell (flauto).
Il brano si apre con un’introduzione che rappresenta un riferimento al secondo movimento del “Concerto de Aranjuez” per chitarra e orchestra di Joaquin Rodrigo; questa scelta è chiaramente ispirata all’album “Sketches of Spain” di Miles Davis, che si apre con un meraviglioso arrangiamento di Gil Evans.
Corea “suona” con la melodia, estendendola e inventando alcune melodie che sarebbero poi diventate i temi principali della canzone. Poi, la sezione originale del lavoro inizia con un Latin Mood che pervade l’intera esposizione, pur dando spazio ad alcuni assoli come di consueto nella tradizione jazzistica.
In conseguenza del periodo che ha condiviso con Davis, Corea ha portato questa esperienza stimolante nei diversi arrangiamenti che ha preso durante la sua carriera. Nelle sue stesse parole: “Miles ha dato questo esempio di impavidità creativa. Continuava a cambiare il modo di giocare. Continuò a cambiare la poesia della sua musica. Ora, quando suono il pianoforte soul, per esempio, e suono una versione di Spagna, lo faccio in modo decostruttivo. Questa è la cosa più divertente”.
Il particolare arrangiamento scritto per questo Duo è frutto di molti ascolti, soprattutto per quanto riguarda la versione di Chick Corea e Peter Sprague per la GRP All Star Big Band.

DISCOGRAFIA
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